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mercoledì 8 giugno 2016

Piazza GЯande.

Non lo so. Qui è tutto bianco, anche la gente strana è vestita di bianco. La gente normale, invece, un po' è in pigiama e un po' è vestita come me. La gente strana, ogni tanto, fa il giro e dà le medicine a quelli in pigiama e a quelli vestiti come me. Comunque, abbiamo un tetto e delle lenzuola, e - per me - è una bella comodità.
Basta che non duri troppo.

Perchè io, per strada, non mi ricordo mica come ci sono finito. Però mi ricordo che ci voglio restare. Magari ci sono finito come la Zoppa, che si è ritrovata da sola a parte le voci che sente. Oppure come il Conte, che si è giocato famiglia e soldi, e ha perso. Certi son nati anche bene, ma - la maggior parte - no. Delle volte, sembra una classifica delle sfighe, infatti - a farci caso - abbiamo tutti un posto pubblico.

Però, a star per strada, non lo so. Avete presente, vi siete mai rotti una gamba o un braccio? Ecco, a parte che magari fa male ed è scomodo e tutto, avete cambiato velocità. Tutti continuavano col loro solito ritmo, ma voi avete dovuto rallentare, e avete iniziato a guardarli in modo diverso. E a guardarvi, in modo diverso. Ecco, visti dalla strada, quelli strani siete voi.

Correte nei posti, avete delle aspettative, oggetti costosi e responsabilità. Noi, a un certo punto, non ce l'abbiamo più fatta. O non ce l'abbiamo più voluta fare, perchè sembrava tutto come questo soffitto che - sì, è comodo, ti tiene asciutto e tutto - ma pare ti si possa chiudere addosso.

Noi ci siamo fermati eppure, quelli per strada, siamo noi. Quindi, a me va bene: io faccio finta di non vedere voi e voi fate finta di non vedere noi. Vi auguro valga la pena, il vostro affannarvi. Che non arriviate a farvi le domande che ci siamo dovuti o voluti fare noi, se è ciò che desiderate.
Basta che non duri troppo.

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